Un ricordo di Plinio Martini. Fra scrittura e immagini
Muralto, Palazzo dei congressi, 20:00
Ricorrono i cento anni dalla nascita dello scrittore valmaggese, autore di fortunati romanzi, poeta, uomo molto impegnato nella vita civile. La serata vuole ricordarlo, in maniera affettuosa, attraverso una presentazione critica, da parte del figlio Alessandro, studioso di letteratura, con alcune letture tratte dalle sue opere, fatte da una scrittrice e da uno scrittore, e con alcune immagini in parte inedite tratte dal sito “lanostraStoria.ch”(archivi della RSI). Nell’ambito della Fiera del Libro alcuni manoscritti di Martini vengono esposti in una bacheca nella palestra di Muralto.
Intervengono: Alessandro Martini, professore emerito di letteratura italiana dell’Università di Friburgo, e Lorenzo De Carli, responsabile del portale “lanostraStoria.ch”
Letture: Elda Pianezzi e Giovanni Soldati (membri dell’ASSI)
Modera: Renato MartinoniSaluti di Bruno Zazio, Presidente della Dante Alighieri di Locarno, e di Mattia Bertoldi, Presidente dell’ASSI
In collaborazione con: Società Dante Alighieri, Locarno; Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua italiana (ASSI); Rete Due (RSI)
Sito web FestivalLibro
Un ricordo di Plinio Martini in apertura del FestivaLLibro
Pubblicato sull’Osservatore (www.osservatore.ch), in data 27 Febbraio 2023
Una serata interamente dedicata a Plinio Martini, a 100 anni dalla nascita, per rileggerne l’eredità e guardare al futuro, individuando nuovi possibili spunti per i ricercatori che vogliano in futuro occuparsene. Con questi auspici prenderà ufficialmente avvio, il prossimo 2 marzo a Muralto alle ore 20 al Palazzo dei Congressi, il ricco programma del FestivaLLibro. In dialogo con il prof. Alessandro Martini scopriamo alcuni aspetti legati a questo primo importante incontro.
Prof. Martini, qual è l’eredità di Plinio Martini a 100 anni dalla sua nascita, occasione per la quale è stata pensata la serata?
Abbiamo voluto la serata proprio per sottolineare l’importante anniversario dei cento anni dalla nascita dello scrittore di Cavergno e, data la fortuna che soprattutto i suoi due romanzi hanno avuto, i responsabili di FestivaLLibro hanno ritenuto opportuno ricordarne l’autore, in una plaga locarnese che fu anche sua, aprendo così una serie di manifestazioni che avranno la loro maggore occasione di riflessione critica in un convegno previsto alla biblioteca di Locarno l’8-9 settembre. Non mancheranno però momenti di incontro con il largo pubblico, quali appunto questo primo.
L’eredità in senso stretto, documentaria, di Plinio Martini oggi è raccolta all’Archivio letterario svizzero, presso la Biblioteca nazionale di Berna, per volontà dei figli, sin dalla fine del 2021. Cosa possa dire e insegnare alle giovani generazioni, in un cambiamento d’epoca come il nostro, mi è difficile indicare, ma in ogni caso costituisce una testimonianza particolarmente forte sul precedente grande cambiamento, quello che ha segnato il passaggio dalla civiltà contadina d’anteguerra al suo sconvolgimento nel dopoguerra. Da un punto di vista anzitutto religioso e quindi anche culturale, c’è chi ha distinto le due epoche in prima e dopo il viaggio della Madonna Pellegrina attraverso il Ticino, nel 1949. Ebbene, forse non a caso l’anno dopo il giovane maestro stese i suoi primi versi e cominciò a scrivere i primi articoli in difesa della sua valle, dal suo punto di vista minacciata più che favorita dai mutamenti in corso: la ferrovia abolita a favore di altri più invasivi mezzi di comunicazione, lo sfruttamento intensivo delle acque, la nuova edilizia incurante di un’antica sapienza architettonica; molti aspetti che oggi vanno sotto l’etichetta di ambientalismo, preoccupazione ecologica. Sono poesie e interventi pubblici che nascono da un unico sentire e riflettere, allargando lo sguardo dal proprio piccolo mondo al più grande e da questo tornando a quel primo. In una parola, Plinio Martini è un esempio di impegno totale, appassionatamente sostenuto.
Come si articolerà la serata?
La serata sarà nutrita soprattutto di letture di brani tratti da varie opere dell’autore e dalla immagini che di lui si possono cogliere attraverso le interviste, i documentari ai quali ha direttamente partecipato, gli sceneggiati da lui scritti, i veri e propri tentativi di dare una versione visiva ai suoi racconti: una serie impressionante di documenti conservati negli archivi della RSI. L’aspetto critico sarà sviluppato piuttosto nel convegno del mese di settembre e l’aspetto affettivo sarà, penso e spero, garantito dalla presenza del pubblico locale, in simili occasioni sempre folto.
C’è un Martini inedito che può ancora emergere dai materiali a nostra disposizione?
Il Martini collaboratore della radio e della televisione, che emergerà nella serata, è senz’altro un aspetto suo oggi non più presente. È imminente la pubblicazione di una nuova e più ampia scelta delle sue poesie, fatta in occasione della loro traduzione in tedesco da parte di Christoph Ferber, presso la casa editrice Caracol. Presumibilmente quest’autunno uscirà da Casagrande la raccolta dei suoi racconti editi e inediti, a cura mia e di due insegnanti di scuola media già mie allieve all’università di Friburgo: Lara Pedrazzi e Debora Casari. Matteo Ferrari, che ha già dato vari contributi a una conoscenza filologicamente avverita dell’autore, sta preparando, sulla base delle varie stesure del romanzo, l’edizione critica del Fondo del sacco. Sono contributi che presenteranno dunque opere non più accessibili, un capolavoro nel suo percorso evolutivo e un vero e proprio libro inedito: cento pagine di racconti di paese rimasti nel cassetto, anteriori a tutti i testi editi.
Vi sono delle questioni ancora aperte relative alla produzione letteraria di Martini, degli aspetti che meriterebbero meglio di essere sottolineati, indagati?
Ho detto di una recente e più larga scelta di poesie sue. L’edizione di tutte le poesie non è ancora stata affrontata. Anche se la fortuna dell’autore è dovuta ai due romanzi, la poesia è stata un aspetto decisivo del suo scrivere, e non si limita all’esordio dell’autore. Ed eri in mezzo a noi, una raccolta di poesie biblico-evangeliche elaborata nei primi anni Sessanta è come tale ancora inedita. È costituita da un trittico dai titoli parlanti: La creazione, Il peccato e La redenzione. È segno di una fede inquieta ma fervida. Certo, il percorso più alto e più noto porta ad altri esiti: fatta per lui salva la creazione, altre riflessioni Martini fece sul senso del peccato e sulla possibile redenzione dell’uomo. «Tu sei, bestemmiando, dalla parte di zia Domenica», scrisse a Plinio il suo coetaneo Giovanni Pozzi, di cui dunque ricorre anche il centenario, e pubblicamente argomentò questo suo assunto, ragionando sui «tempi cristiani» dei suoi romanzi. Ecco: questa è una dimensione che abbraccia l’intera opera e su cui meriterebbe di tornare. L’ultima impresa di Martini, tre sceneggiati relativi alla condizione della donna nelle nostre valli (E noi al posto loro?), in tempi in cui questa condizione non era ancora l’autostrada di tutte le ricerche, oltre che nella sua realizzazione cinematografica andrebbe indagata in sé e per sé, come ultima riflessione sulla propria opera, visto che ne traduce alcuni capitoli in un diverso mezzo comunicativo, e come ultima opera effettivamente portata a termine.
Cosa consiglierebbe a un giovane studente universitario che volesse dedicarsi a Martini?
La poesia di cui ho appena detto, l’aspetto teatrale a cui ho accennato, il Requiem per zia Domenica nella sua elaborazione attendono nell’archivio di Berna la filologa o il filologo che se ne voglia occupare. Lo stesso si può dire dei suoi carteggi, non fitti ma dettati da precise urgenze. La critica ha bisogno di questi sussidi per esprimersi e rinnovarsi, come già ha fatto sui documenti disponibili sin dagli anni subito successivi alla morte dell’autore. Grazie a Ilario Domenighetti, mancato agli amici e agli studi due anni fa, sin dal 1986 disponiamo della bio-bibliografia di Martini, ora da aggiornare, ma costituente un punto d’avvio per i successivi approdi dello stesso studioso e tuttora indispensabile per altre partenze. L’Archivio svizzero di letteratura oggi poi consente le più ampie indagini.
Qual è l’auspicio ultimo per questa serata?
Che garantisca a FestivaLLibro e alle manifestazioni del centenario la migliore delle aperture. L’interesse del pubblico è di grande stimolo all’interesse critico. Un tempo si sarebbe aggiunto: e viceversa. Ma per nuove strade è ben possibile che la critica torni a influire sulla lettura.
Laura Quadri